martedì, marzo 20, 2007

"Pia Opera"

di Mirko Feliziani
con Beatrice Ciampaglia e Mirko Feliziani

debutto: teatro ArgotStudio, 24 gennaio 2005 / rassegna UbuSettete, novembre 2005

Una veggente da quattro soldi che finge di aggiustare in sogno il destino altrui, anche se di notte non ha mai sognato nulla, riceve in pegno una statuetta della Vergine. Ora l’attività onirica si fa fervida: la Madonna le fa visita ad ogni sonno, e la chiama Pia. Pia di nome e Opera di cognome. Anche se non fosse lei Pia Opera, la Madonna la cerca e la troverà, a costo di farcela diventare…

da “UBUsettete”: Napoletana doppia con Madonna - Un’attrice e un attore, che si avvicendano a metà dello spettacolo, per un solo personaggio femminile: una napoletana che parla con una statuetta della Vergine. “Pia” è il suo nome e “Opera” il cognome, o almeno così la chiama la Madonna, che continua a farle visita a ogni sonno. Una strana storia resa con pochi oggetti; una bella sedia, un comò, un materasso e poche luci in un lavoro divertente, semplice, ele-gante, con qualche buio di troppo – per cambiar disposizione scenica o per l’avvi-cendamento degli attori -, comunque sempre vitale e ben fatto. Brava Beatrice Ciampaglia, un po’ forse ancora legata a qualche cliché (tempi, toni, mugugni) defilippiano, d’altronde adattissimo a rendere la tenue musicalità del testo. Bravissimo Mirko Feliziani, la cui “napo-letanità”, proprio perché artefatta, sor-prende e cattura. Lo spettacolo, che ha debuttato in anteprima assoluta al Teatro Argot, merite-rebbe senz’altro un futuro diverso dal solito dimenticatoio in cui finiscono tanti buoni lavori prodotti dalla scena romana, produzioni che hanno spesso circolazione, se ne hanno, solo entro le sbarre del raccordo anulare. Per il momento possia-mo, io e i mai abbastanza spettatori pre-senti, ritenerci fortunati di aver potuto assistere al piccolo miracolo, in serata unica, di questa
allegra Pia Opera. [Daniele Timpano]

da “Carta.org”: Ubusette 2005. Quarta fiera di alterità teatrali romane – […] Fortemente basato sulle capacità degli interpreti è "Pia Opera", un piccolo gioiellino di 50 minuti costruito su un possibile scambio di identità, leggibile anche, però, in alternativa, come trasformazione di un'unica identità…non si capisce bene quale sia, dipanata, la fabula di un intreccio fatto di apparizioni della Madonna, vestiti sognati e indossati, finte veggenze ammantate di mistero, trasporti carnali travestiti da amor filiale… quello che si sa è che, nonostante questo, lo spettacolo "arriva", produce tante risate (si, "produce": è sapientemente studiato per impedirti di rimanere a bocca chiusa!) e offre spunti di riflessione. Il tutto, come si diceva, per le sorprendenti interpretazioni dei (del?) personaggi (o?), napoletanissimi (o?) da parte di Beatrice Ciampaglia e Mirko Feliziani, anche autore e regista. […] [Maria Rita Parisi]

da “AmnesiaVivace.it”: UBU SETTETE! UN CONTENITORE CHE DIVIDE I SOMMERSI DAI SALVATI - […] Hanno spiccato nella settimana di rappresentazione i lavori Pia Opera di Mirko Feliziani, Macchinateassassina di Flavio Sciolè e Satirica di Rafaele Morellato Lampis. […] Pia Opera ad esempio sembra la dimostrazione della fondamentale importanza della professionalità in scena. Mirko Feliziani e Beatrice Ciampaglia sono attori con alle spalle una formazione accademica e la loro capacità di gestire i ritmi e di esaltare le preziosità comiche del testo (dello stesso Feliziani) si notano eccome nell’arco dell’intera settimana prendendo una distanza non indifferente dal resto complessivo della proposta. La formazione accademica da a Feliziani anche la capacità di cavarsela con un allestimento essenziale che finisce per aver ragione della complicata sala del Rialto Santambrogio. La pecca che si può rilevare è invece relativa alla struttura drammaturgica di un testo esilarante e ricco di contrappunti, cui manca una chiarezza complessiva dell’intreccio, che certo avrebbe portato il lavoro ad un livello di ancora maggiore godibilità. […] [Gian Maria Tosatti]